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Nel millenovecentodiciannove, vestita di voile e di chiffon, l’Italietta, stremata dalla guerra, protesta le proprie ragioni alla conferenza di pace di Parigi. La prospettiva è incerta; l’economia, depressa, è alle prese con la svalutazione della lira dovuta all’abbandono del cambio fisso. La società italiana è in fermento. Don Sturzo tiene a battesimo il Partito Popolare, a Torino Gramsci fonda l’Ordine Nuovo, a Milano si costituisce il Movimento nazionale dei Fasci di combattimento. Si diffonde la sindrome della “vittoria mutilata”, perché il presidente americano Wilson non vuole concedere all’Italia la Dalmazia e Fiume. E D’Annunzio forza la situazione, imbarazzando il governo, entrando in Fiume con 2500 uomini. Intanto a Forlì un poderoso sciopero generale ottiene il dimezzamento dei prezzi. E a Reggio? A Reggio in quell’anno i foot ballers, “desiderosi di combattere sui campi dello sport battaglie degne del bel nome sportivo della città”, si uniscono in un unico ente a cui danno il nome di Associazione Reggiana Calcio. E’ il 25 settembre.